L’ortodonzia, anche chiamata ortognatodonzia, è quella particolare branca dell’odontoiatria che studia le diverse anomalie della costituzione, sviluppo e posizione dei denti e delle ossa mascellari; Essa ha lo scopo di prevenire, eliminare o attenuare tali anomalie mantenendo o riportando gli organi della masticazione e il profilo facciale nella posizione più corretta possibile.
La pratica ortodontica consiste sostanzialmente in due tipi di terapia che molto spesso sono consequenziali.
La chirurgia ortognatica mira a correggere la posizione dell’osso mascellare e della mandibola. Cioè, è responsabile della correzione delle deformità dento-craniomaxillofacciali al fine di ottenere un perfetto equilibrio tra le caratteristiche del viso del
paziente. I tipi di chirurgia correttiva sono:
Per sapere quale trattamento è più appropriato, viene eseguito uno studio tridimensionale a raggi X. Le immagini consentono di sapere quale zona deve essere operata e realizzare una simulazione del processo.
Lo scopo di questa procedura è quello di ottenere una buona simmetria di contatto tra queste due ossa per migliorare la funzione della mascella e l’estetica del viso. Questo tipo di intervento è indicato per i pazienti con una mal-occlusione dentale che non può essere trattata esclusivamente con ortodonzia.
Il trattamento consiste nell’esecuzione, innanzitutto, di un esame che consenta di acquisire dati clinici quali radiografie, fotografie, realizzazione di misure e modelli facciali. Questo esame permette allo specialista di approfondire attraverso programmi informatici i problemi che presenta il paziente e di effettuare una diagnosi specifica. Successivamente, viene stabilito il trattamento necessario per la correzione dentale, scheletrica e facciale.
Prima della procedura, il paziente dovrà portare dispositivi fissi per un certo tempo in modo che i denti si adattino quando le mascellari verranno collocate al loro posto con l’intervento.
Il paziente può tornare alla vita lavorativa a partire da 10-15 giorni dopo l’intervento chirurgico. Durante i primi 30 o 40 giorni deve seguire una dieta morbida, da avviare nel giorno stesso dell’intervento. Il periodo postoperatorio è indolore, ma il paziente può presentare un gonfiore facciale che normalizza dopo 5 – 7 giorni. I risultati sono visibili a partire da 10 o 15 giorni dopo l’intervento.
Sembra strano che dall’occlusione dei denti possano derivare problemi alla postura e viceversa. Eppure c’è una stretta correlazione tra apparato masticatorio e colonna vertebrale. Così alcuni problemi funzionali del cavo orale e dell’articolazione temporo-mandibolare possono creare scompensi nella postura ed essere causa di mal di schiena, tensioni muscolari e dolori articolari. È quindi facile capire come il bite andando a ripristinare i contatti delle arcate dentali possa restituirci un corretto posizionamento posturale.
Il bite ha la forma di una mascherina e deve essere posizionato tra le due arcate dentali per un determinato periodo di tempo che, di norma, varia in base alle patologie individuate dallo gnatologo.
Questi dispositivi possono essere classificati in tre grandi categorie:
Il bruxismo è una attività eccessiva, prevalentemente notturna, dei muscoli che muovono la mandibola. La forma più frequente di questa patologia è il serramento, cioè un contatto prolungato delle due arcate dentarie.