Ortognatodonzia

Cos’ è

L’ortodonzia, anche chiamata ortognatodonzia, è quella particolare branca dell’odontoiatria che studia le diverse anomalie della costituzione, sviluppo e posizione dei denti e delle ossa mascellari; Essa ha lo scopo di prevenire, eliminare o attenuare tali anomalie mantenendo o riportando gli organi della masticazione e il profilo facciale nella posizione più corretta possibile.

La pratica ortodontica consiste sostanzialmente in due tipi di terapia che molto spesso sono consequenziali.

  • Terapia chirurgica: si attua estraendo quei denti che ostacolano l’allineamento e l’articolazione degli altri o la corretta posizione dento-facciale.
  • Terapia meccanica: si attua mediante la costruzione di diversi tipi di apparecchi che potremo suddividere in:
    – Apparecchi attivi: agiscono direttamente con la loro forza quando viene attivata (es. apparecchi con viti, archi, molle ecc.)
    – Apparecchi passivi: sfruttano le forze masticatorie essendo di per sé inattivi (es. placca vestibolare, piano inclinato, ecc.

Trattamenti

Ortodonzia fissa, mobile, estetica e tradizionale
Ortopedia Ortognatica curativa, riabilitativa e posturologia delle asimmetrie cardio-maxillo-facciale e dell’articolazione temporo mandibolare
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Ortodonzia

1. Fissa tradizionele, 2. Estetica, 3. Mobile

Trattamenti

La chirurgia ortognatica mira a correggere la posizione dell’osso mascellare e della mandibola. Cioè, è responsabile della correzione delle deformità dento-craniomaxillofacciali al fine di ottenere un perfetto equilibrio tra le caratteristiche del viso del
paziente. I tipi di chirurgia correttiva sono:

  • Avanzamento mandibolare, quando i denti inferiori e il mento sono ritratti rispetto al resto del viso
  • Morso aperto, quando i denti superiori e inferiori non collidono simmetricamente quando si chiude la bocca, ma lasciano intercorrere uno spazio
  • Asimmetria mandibolare, quando il mento e i denti sono deviati verso un lato

Per sapere quale trattamento è più appropriato, viene eseguito uno studio tridimensionale a raggi X. Le immagini consentono di sapere quale zona deve essere operata e realizzare una simulazione del processo.

Perché viene eseguita?

Lo scopo di questa procedura è quello di ottenere una buona simmetria di contatto tra queste due ossa per migliorare la funzione della mascella e l’estetica del viso. Questo tipo di intervento è indicato per i pazienti con una mal-occlusione dentale che non può essere trattata esclusivamente con ortodonzia.

In che consiste?

Il trattamento consiste nell’esecuzione, innanzitutto, di un esame che consenta di acquisire dati clinici quali radiografie, fotografie, realizzazione di misure e modelli facciali. Questo esame permette allo specialista di approfondire attraverso programmi informatici i problemi che presenta il paziente e di effettuare una diagnosi specifica. Successivamente, viene stabilito il trattamento necessario per la correzione dentale, scheletrica e facciale.

Preparazione per chirurgia ortognatica

Prima della procedura, il paziente dovrà portare dispositivi fissi per un certo tempo in modo che i denti si adattino quando le mascellari verranno collocate al loro posto con l’intervento.

Cura dopo l’intervento

Il paziente può tornare alla vita lavorativa a partire da 10-15 giorni dopo l’intervento chirurgico. Durante i primi 30 o 40 giorni deve seguire una dieta morbida, da avviare nel giorno stesso dell’intervento. Il periodo postoperatorio è indolore, ma il paziente può presentare un gonfiore facciale che normalizza dopo 5 – 7 giorni. I risultati sono visibili a partire da 10 o 15 giorni dopo l’intervento.

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Sembra strano che dall’occlusione dei denti possano derivare problemi alla postura e viceversa. Eppure c’è una stretta correlazione tra apparato masticatorio e colonna vertebrale. Così alcuni problemi funzionali del cavo orale e dell’articolazione temporo-mandibolare possono creare scompensi nella postura ed essere causa di mal di schiena, tensioni muscolari e dolori articolari. È quindi facile capire come il bite andando a ripristinare i contatti delle arcate dentali possa restituirci un corretto posizionamento posturale.

Il bite ha la forma di una mascherina e deve essere posizionato tra le due arcate dentali per un determinato periodo di tempo che, di norma, varia in base alle patologie individuate dallo gnatologo.

Questi dispositivi possono essere classificati in tre grandi categorie:

  • Bite o placca di riposizionamento (ortotico), riposiziona la mandibola in una posizione ben definita e corretta.
  • Bite o placca di svincolo (bite-plane), toglie le interferenze occlusali che possono condizionare il movimento mandibolare.
  • Placca “neutra”, replica la forma dei denti già esistenti senza quindi avere alcuna valenza terapeutica esclusa quella di proteggere i denti nei casi di bruxismo.

Il bruxismo è una attività eccessiva, prevalentemente notturna, dei muscoli che muovono la mandibola. La forma più frequente di questa patologia è il serramento, cioè un contatto prolungato delle due arcate dentarie.